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La mattina di lunedì 17 gennaio 1881 i teramani si svegliano con la notizia di un efferato duplice delitto. Nel corso della notte Francesca Scarpone, che gestisce la mal frequentata Locanda omonima in via del Corso, all'angolo con via del Carmine, e il figlio adottivo Martino Bonomo, meglio conosciuto come Luigino, sono stati uccisi a coltellate. La città è sottosopra e le prime indagini sono frenetiche, condotte dal Maresciallo dei Carabinieri Antonio Loriga e dal Giudice Istruttore Giuseppe Magaldi. Lo sviluppo delle indagini e poi le controverse fasi processuali a carico dei presunti responsabili mettono in luce, attraverso le contraddittorie o reticenti testimonianze di coloriti personaggi del "popolo minore", la vita segreta della Teramo di fine ottocento. La tecnica del racconto è quella del giallo classico, ma si accompagna ad un assoluto rigore documentaristico, basato sugli atti ufficiali dell'inchiesta.